Testimonianza: dal Jihad a Cristo

DAL JIHAD A CRISTO

Abito in Medio Oriente. Sono nato musulmano, e all’età di 18 anni diventai membro di uno dei gruppi islamici, visto che un mio parente era uno dei leader di quel gruppo. Pensavo che stavo facendo tutto il possibile per Allah per quanto Lo conoscevo fino a quel momento.
Dopo un po’ di tempo cominciai ad essere addestrato all’uso di fucili e alla fabbricazione di esplosivi. Non mi sentivo molto a mio agio con ciò che stavo facendo, cioè ferire la gente per amore di Allah. Pensavo che il gruppo avesse frainteso gli insegnamenti di Allah ma non potevo permettermi con loro di confidare questo dubbio. Cominciai a studiare il Corano e l’Hadith daccapo per vedere che cosa, forse, non avevo capito. Mi feci aiutare da uno dei leader del gruppo, senza dirgli però la vera ragione dei miei studi. Dopo alcuni anni rimasi perplesso per ciò che avevo trovato. Avevo scoperto che l’islam non era la pacifica via che porta ad Allah, come solevo credere, ma al contrario una via molto violenta. “Se io devo imporre la volontà di Allah con ogni metodo possibile, persino ammazzando la gente”, dissi fra me, “allora l’islam non può essere la via che porta a Dio”.
Non pensai mai di abiurare l’islam; però, da quel momento iniziò a farsi in me strada che non ero convinto che il credo non mi stesse portando a Dio. Per qualche tempo soffrii di un collasso morale scoprendo che ogni cosa in cui avevo creduto era sbagliata. Cominciai a drogarmi e a non parlare più di Allah
Allora incontrai un cristiano che non sapeva molto della teologia cristiana, ma che era pieno di amore verso il prossimo, chiunque fosse. Un suo amico, membro dello stesso gruppo in cui io ero stato coinvolto, mi riferì che quel cristiano doveva essere ucciso perché si rifiutava di pagare la “Jiziah”, cioè l’imposta che i cristiani e i giudei secondo il Corano devono pagare in una nazione a maggioranza islamica. Eppure questo cristiano non smise di amare quell’uomo o di avere rapporti professionali con lui. Inizialmente non sapevo che fosse cristiano, e quando lo scoprii fui sorpreso. Tutto ciò che nella mia vita avevo imparato sui cristiani era esclusivamente sulla base della lettura degli scritti islamici e dall’opinione di Muhammad, il quale li degradava al massimo. Chiesi a questo amico cristiano se potessi ricevere da lui una Bibbia.
Dopo aver cominciato a leggere la Bibbia scoprii una grande differenza tra ciò che è scritto veramente nella Bibbia da ciò che avevo sentito dire in merito dai musulmani e persino dai cristiani nominali.
Fui colpito realmente da una cosa nella Bibbia, cioè dall’insegnamento che nessuno è giusto tranne Gesù. Persino coloro che sono chiamati uomini di Dio, come Davide, Giacobbe, Abraham, i dodici apostoli e tutti gli altri, hanno peccato. La Bibbia narra dei peccati e dei misfatti di tutte le persone, ma non di Gesù. Egli stesso disse ai Suoi avversari: “Chi di voi Mi convince di peccato?” (Giovanni 8:46), tanto che nessuno gli rispose er accusarlo.
Persino Giuda Iscariota che Lo consegnò alle autorità per essere crocifisso, disse poi pentitosi: “Ho peccato, tradendo il sangue innocente” (Matteo 27:4).
In più, il governatore romano, Ponzio Pilato che in seguito Lo condannò a morte, disse: “Perché? Che male ha fatto? Non ho trovato nessun crimine in Lui che meriti la morte”.
E poi un centurione, testimone della morte di Gesù, disse: “Veramente, quest’uomo era giusto!” Gesù mi colpì come l’esempio dalla moralità più elevata del genere umano, uno che veramente meritava di essere seguito. Ebbi bisogno di un po’ di tempo per finire tutta la Bibbia. Dopo circa un anno di forti lotte interiori decisi di voler seguire il SIGNORE Iddio come si è dimostrato in Cristo, e non come gli altri dicono che Egli sia.
Lo pregai con tutto il cuore ed Egli mi si manifestò; per la prima volta nella mia vita sentii la presenza del Signore Iddio, e sarebbe troppo poco dire che fu una sensazione molto strana per me. Fui così felice e allo stesso tempo così triste! Felice di sapere che Iddio è qui nel mo cuore, e triste per tutto ciò che mi era mancato. Mi sentii pieno di pace e volevo che quel sentimento durasse per sempre. Mi ricordo ancora quella prima volta che pregai; fuggii fuori dalla stanza perché per la prima volta nella mia vita sentii la Presenza di Dio. Da allora Lo sto seguendo. Egli ha cambiato tutta la mia vita. Lasciai la droga e diventai una persona completamente nuova per tutti coloro che conoscevo. Ma come ho detto prima, io vivo in Medio Oriente dove tutti credono di aver la verità mentre tutti gli altri hanno torto. Perciò ebbi un po’ di problemi con la mia famiglia. Mi defenestrarono fuori casa, come ha detto Gesù: “Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire” (Matteo 10:21). E quello è esattamente ciò che mi accadde.
Mio padre mi consegnò alla Polizia di Sicurezza. Mi arrestarono e mi misero in prigione per apostasia dall’islam. Ebbi un periodo molto brutto lì, perché mi torturarono per costringermi a ritornare all’islam. Usarono scosse elettriche e bastonate, e mi appesero per tutta la notte ai miei polsi. Dopo qualche settimana di questi trattamenti fui messo in una cella di isolamento per quasi un anno. Non potevo però rinnegare Colui che mi aveva dato la vita. Adesso sono uscito dalla prigione e ho lasciato la mia patria, visto che lì sono tuttora ricercato per apostasia dall’islam. Cammino ancora con Gesù, e Lo amo perché Lui mi ha amato per primo e si è fatto crocifiggere per me. Sapevo già sin dall’inizio che, in conseguenza della mia fede in LUI soltanto, avrei avuto qualche forte problema; infatti, Gesù ha detto dell’apostolo Paolo: “Perché Io gli mostrerò quanto debba soffrire per il Mio nome” (Atti 9:16).
Adesso sono libero da tutto. Ho una moglie amabile che ho incontrato quando sono uscito dalla prigione, e che mi sostiene in tutto ciò che faccio per il nostro Signore Iddio. Ma la cosa più importante per me è di avere la sicurezza eterna che sarò con Lui per sempre, accada quel che accada. E come risultato ho deciso di spendere la mia vita raccontando alla gente del Suo grande amore per noi. Infatti, Egli mi ha comandato: “Non temere, ma continua a parlare e non tacere, perché Io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male, perché Io ho un popolo numeroso in questa città” (Atti 18:9-10). Per favore sentitevi liberi di scrivermi se volete sapere di più. Il mio indirizzo e-mail è: bassam@watchman.com .

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