Musulmani in Italia: separati da noi

divisi in casa nostra

Possiamo affermare che è evidente!  L’integrazione  è rifiutata dall’ Islam in Italia. 

Il mondo islamico si sta caratterizzando per la tendenza di voler assimilare gli italiani, questo è il problema. Dovremmo soccombere?

Non c’è  niente di più sbagliato ritenere l’Islam una realtà  compatta  e indifferenziata. Quella uniformità di cui alcune osservatori osannano specialmente di una certa  sinistra parlano, corrisponde soltanto ad una visione del tutto superficiale. Hanno dedicato una parte importante dei loro studi per l’Islam?                   Il controllo del potere politico dipende dalla legge del Corano. Lo dimostrano molti passaggi del Corano,  le preghiere comunitarie formulate sul suolo pubblico specialmente quella detta l’Aprente.  Piccardo, curatore della traduzione in italiano, dell’UCOII, spiega che coloro che hanno attirato L’ ira di Allah  sono gli Ebrei, in quanto “portatori di una pratica anti-spirituale e anti tradizionale che usa la religione per scopi di potere”.

Nella successiva edizione del Corano,  alcuni anni dopo, Piccardo,  si fa autocritica quando scrive a proposito degli Ebrei, di genti con le quali Dio si è ritirato, ma scrive anche che in realtà è difficile riferirli a ebrei e cristiani piuttosto che a particolari gruppi.

Noi riconosciamo la libertà di religione e di espressione come diritti fondamentali ma sottolineiamo l’importanza di evitare che tali diritti violino quelli degli altri soprattutto degli italiani come fanno spesso fare certe associazioni islamiche.

La mia richiesta, prima di ancora riconoscere Ramadan come festa nazionale, dovremmo discutere di disciplinare e restringere  le preghiere islamiche negli spazi pubblici come misura proattiva per contrastare la propaganda antisemita di matrice islamica senza vietare in sè la pratica dell’Islam ai musulmani,  purché rispetti le pratiche religiose italiane e al contempo protegga dalla diffusione di ideologie discriminatorie nel nostro paese e riconquistando una società basata sulla tolleranza e sul rispetto reciproco.

Si sta osservando da moti anni che i musulmani In In Italia si stanno organizzando secondo le proprie leggi ataviche  di provenienza e a rispondere del proprio comportamento davanti alle loro convinzioni personali eludendo di fatto le leggi italiane? 

Se ci sono individui o gruppi che cercano di organizzarsi in base alle proprie convinzioni personali e di eludere le leggi italiane, ciò costituirebbe un’azione illegale e inaccettabile con lo stato diritto. In Italia, tutti sono tenuti a rispettare le leggi dello Stato, e nessuno può agire al di sopra di esse in base alle proprie convinzioni personali.

La nostra Costituzione e le leggi nazionali sono esplicite. Visto che sorgono casi di comportamento che violano le leggi italiane, è importante segnalarli alle autorità competenti affinché possano essere indagati e affrontati secondo le leggi del paese. Ci sono istituzioni e organi governativi incaricati di far rispettare la legge e di garantire che tutti gli individui e i gruppi operino nel rispetto delle normative italiane uguali per tutti.

 

Ordine: Islam rifiuta il necessario quadro giuridico formale con lo Stato italiano. Non esiste ancora un intesa con lo Stato come con tutte le altre religioni. Non è anticostituzionale non mettersi in regola prima di tutto, mettersi in ordine  con lo Stato di accoglienza?

La questione dell’intesa tra lo Stato italiano e l’Islam è complessa e non è semplicemente una questione di “sfuggire alle maglie giuridiche dello Stato”. L’assenza di un’intesa formale con l’Islam in Italia è dovuta a diversi fattori, tra cui le diverse sfide culturali, politiche e giuridiche che devono essere affrontate in primis i finanziamenti di cui si autogestiscono le moschee. 

Per quanto riguarda la costituzionalità, è importante notare che la Costituzione italiana garantisce la libertà religiosa e il diritto delle comunità religiose di organizzarsi secondo i propri principi, a condizione che ciò non violi le leggi nazionali e i diritti fondamentali dei cittadini. 

Quindi, in linea di principio, non è anticostituzionale per l’Islam cercare di organizzarsi secondo i propri principi, purché questi rientrino nel solco e  nel rispetto delle leggi italiane come tutte le comunità con le intese con lo Stato. MA NON LO FANNO!

Tuttavia, è obbligatorio che la comunità musulmana, rispettino le leggi dello Stato e collaborino con le istituzioni statali per garantire la coesione sociale e il rispetto dei diritti di tutti i cittadini. L’assenza di un’intesa formale per l Islam significa un rifiuto del quadro giuridico dello Stato, perchè riflette sfide specifiche nel raggiungere un accordo che sia accettabile per entrambe le parti e che rispetti i principi costituzionali dell’Italia.

La situazione descritta solleva importanti questioni di sicurezza pubblica e rispetto delle leggi. 

Per affrontare questa emergenza, potrebbero essere considerate diverse azioni. Ad esempio dott maggio, cosa ha rilevato ?

NON ESISTERÀ MAI LA COESIONE SOCIALE MINIMA. Basta  guardare i cugini Francesi, si trovano calpestati, sconfitti e assimilati  dall’Islam.

Mi viene in mente la collaborazione con la comunità locale: Coinvolgere attivamente i leader comunitari e i membri della comunità locale per promuovere il rispetto delle leggi e la cooperazione con le autorità. Questo può contribuire a creare un clima di fiducia e collaborazione tra le forze dell’ordine e i capi della comunità nei quartieri infestati di quei delinquenti di appartenenza islamica noti ai capi musulmani per la protezione sei residenti. Questo può aiutare a promuovere un maggiore rispetto per le leggi.  Altro che “Ramadan come festa nazionale”.

Le istituzioni politiche sono consapevoli. Le recenti polemiche sulle festività scolastiche in cui ogni istituto va in ordine sparso. I quartieri che hanno perso l’ identità europea, per acquisire quella islamica. Gli amministratori hanno rinunciato a far valere la legge nei quartieri ove la presenza musulmana è massiccia. Le carceri sono sovraffollate,

Si creino spazi così non si devono far sentire a disagio i residenti che pagano le tasse per essere anche protetti dagli amministratori municipali.

 La mia proposta solleverebbe  diverse questioni all’ inizio difficili e pratiche. 

Prima di tutto, è importante considerare il rispetto dei diritti umani per i residenti che pagano le tasse e delle leggi nazionali che vietano la discriminazione sulla base della religione, etnia o nazionalità. 

Non si dà la “caccia” al musulmano. Ma a quel soggetto criminale che è identificato come musulmano. 

Creare aree segregate per gruppi difficili  potrebbe essere considerato discriminatorio e contrario ai principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione, lo sappiamo, ma visto e considerato la libertà e la democrazia vengono abusate da questi ceffi che non si rifiutano apertamente integrarsi alle nostre leggi, o vanno rimpatriati a forza nei loro paesi di origine come ospiti indesiderati dopo che ogni singolo caso ha dimostra una pervicacia caparbia volontà e comprovato abbondantemente  persona oericolosa. Questi hanno dato prova di rifiutare le  politiche di inclusione sociale gia esercitate, invano si investe nella loro integrazione lavorativa, e favorire la convivenza pacifica e la comprensione reciproca ha prodotto più conseguenze criminose. 

Inoltre, è importante che gli amministratori locali e le autorità competenti lavorino per far rispettare le leggi e i regolamenti in tutti i quartieri, indipendentemente dalla composizione demografica, garantendo sicurezza e tutela dei diritti per tutti i residenti, e i fatti dimostrano abbondantemente  che certi immigrati conosciuti dai commissariati di zona  hanno dimostrato che non solo non credono nell’ordinamento laico della democrazia liberale ma lo hanno riggettato.  

La convivenza così non è possibile. Anche i casi di poligamia, di matrimoni combinati, di delitti nati dalle proprie convinzioni ataviche sono scivolati nelle sabbie mobili del sub-culturalismo. Direi del ruolo delle donne nell’ Islam come vediamo discriminate in Italia cozzano con i nostri valori. La parola di Dio non scherza. Noi come evangelici ci richiamiamo alla parola. Molto precisa!

 I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, 4 poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.

Dott. Francesco Maggio

Consulente per il dialogo cristiani-musulmani in Italia

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