Superiorità della Bibbia
I musulmani parlano spesso delle molte contraddizioni che, a parer loro, si trovano nella Bibbia. Il numero di queste presunte contraddizioni varia a seconda della persona con cui ci si trova a parlare.
Pur ben sapendo la precarietà della canonizzazione del Corano, essi insistono e affermano che il Corano sarebbe esente da qualunque intervento umano, per la Bibbia Dio scelse deliberatamente di rivelare la Parola a individui che erano profeti ed apostoli ispirati, di modo che la sua Parola non soltanto sarebbe stata comunicata all’umanità in maniera esatta e completa, ma anche in modo comprensibile alla mente umana. Questo non è possibile nel caso del Corano dato che, come sostengono i musulmani, esso non contiene alcun elemento umano.
La convinzione dei musulmani che la Bibbia sia piena di contraddizioni genera per loro altri problemi ancora. Ad una superficiale prima lettura del testo biblico, possono affiorare apparenti contraddizioni a riguardo della nomenclatura, geografia, numeri, nomi ecc.
Il fatto poi che nel corso dei secoli nessuno abbia cercato di rimuovere quelle aree nel testo biblico che potevano essere soggette a gratuite strumentalizzazioni, dimostra la serietà e il timore di Dio di mantenere la sua Parola intatta.
Anzi, piuttosto la trasparenza paga ancora una volta. Infatti laddove ci sono situazioni presenti nel testo biblico alcune edizioni presentano le dovute note di chiarimento a piè di pagina, rispettando in questo modo il lettore che potrà trarre le proprie conclusioni sulla solidità del testo Biblico.
Non così per i critici testuali musulmani che, ben sapendo le innumerevoli contraddizioni ed errori di grammatica araba nel Corano, evidenti solo a coloro che hanno accesso alla lingua araba, tralasciando i principi etici di trasparenza, compiono contorsionismi nel testo tradotto in italiano (ed in altre lingue europee) non ammettendoli come tali all’utenza.
Quando prendiamo in esame le presunte contraddizioni nella Bibbia additate dai musulmani, scopriamo che molti di esse non sono affatto errori, ma piuttosto un fraintendimento del contesto.
by Prof. Jay Smith