MUSULMANI CONTRO LA FEDE CRISTIANA
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L’opposizione dei musulmani nei confronti del Vangelo è proverbiale, così come la persecuzione che si scatena contro qualunque musulmano che osa diventare cristiano. Non si tratta solo di vecchie storie; succede ancora oggi. Alcuni convertiti in Egitto sono stati recentemente imprigionati a causa della loro fede, e l’anno scorso due marocchini cristiani sono morti in circostanze sospette.
Eppure, è curioso notare come l’islam sia sempre stato aperto ad assimilare elementi che sono in evidente conflitto coi suoi stessi principi. Non meno del 70% di tutti i musulmani sono influenzati da credenze e pratiche non ortodosse, conosciute come “islam popolare”; un musulmano può arrivare perfino ad abbracciare il marxismo senza che nessuno faccia una piega!
Allora, perché i musulmani sono così intransigenti verso il cristianesimo? Sarà che sono eccezionalmente induriti oppure hanno una resistenza innata nei confronti del Vangelo? Oppure la colpa è dei missionari, come direbbe qualcuno, che hanno voluto imporre consuetudini culturali occidentali ai nuovi convertiti?
Qui sono implicati una serie di fattori; l’opposizione islamica al Vangelo non si può attribuire ad una singola causa. Inoltre, il Vangelo, per sua natura, è opposto ad ogni altra soluzione religiosa al problema dell’uomo. Si può, in ogni caso, puntualizzare un fattore che si potrebbe definire “primario”: la natura ideologica della società islamica.
La società islamica si definisce ideologica perché ritiene che la comunità musulmana esiste per portare ogni aspetto di vita, sia individuale sia collettivo, a sottomettersi alla volontà di Dio, così stabilisce la legge islamica. Per realizzare quest’ideale ci deve essere uno stato islamico con settori esecutivi, legislativi e giudiziari rigorosamente islamici.
Ecco cosa rende la società islamica diversa dalle nostre società pluralistiche occidentali. Un tale approccio, però, ha un problema intrinseco che è sconosciuto alle società pluralistiche: che misure bisogna adottare nei confronti di persone, come per esempio i cristiani, che non condividono l’idea della maggioranza? La legge islamica contempla una serie di provvedimenti, vediamo alcuni punti principali: il sistema “dhimmi” che segrega i non musulmani, come i cristiani, in ghetti; affermano che così sono “protetti” ma in realtà ne fanno soltanto dei cittadini di seconda classe. La legge islamica prevede, in oltre, che un apostata di sesso maschile, non ritrattando entro un periodo di tempo opportuno, sia messo a morte, con la confisca delle sue proprietà. Le donne apostate sono imprigionate finché non ritrattano. Un matrimonio, in conseguenza ad una conversione, può essere dichiarato nullo.
Prese tutte insieme, queste misure innalzano una barriera enorme contro quei musulmani che prendono una seria decisione per Cristo. E in più, sollevano un altro problema per le chiese, soprattutto quelle composte di nuovi convertiti dall’islam: con ostacoli di questo genere, come devono relazionarsi gli ex- musulmani con la società musulmana? Ma questa è un’altra faccenda.
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