La donna per l’Islam (parte 2)

LA DONNA  NELL’ISLAM

Alcune considerazioni sul matrimonio nel Corano

Sono necessarie alcune premesse fondamentali: il corpo dei testi sacri islamici.
Il Corano è per i musulmani l’autorità massima che Allah ha inviato a Maometto. Ci viene detto che il Corano è la rivelazione ultima dell’unica religione accettata da Allah. I musulmani affermano che il Corano è la parola eterna increata di Allah. Come ci viene detto dai musulmani, il Corano coesiste con Allah dall’eternità. Il Corano non contiene solo norme teologiche o morali, ma precetti di vita comune e regole relative al matrimonio, al divorzio, alle preghiere, ai digiuni, ai divieti alimentari ( tra cui la proibizione di bere alcolici e di mangiare carne di maiale), ai castighi per ladri e malviventi; insomma, oltre ad essere un libro sacro per i musulmani, esso rappresenta anche la legge fondamentale che governa la vita del fedele, sia maschio sia femmina.

Il fondamento del Corano si basa su un dio onnipotente, talmente superiore agli uomini che sarebbe empio e assurdo cercare di comprenderne i suoi disegni; infatti, dio è totalmente libero di agire sul mondo e può a suo libero arbitrio modificare e cambiare ciò che prima aveva rivelato. (Sure 28:59; 16:101)

Gli Hadith (resoconti)
Il Corano non stabilisce soltanto un preciso modo di vivere o quante volte pregare effettivamente al giorno, quindi non soddisfa le esigenze più dettagliate perché non indica sempre i caratteri cultuali o di altri aspetti della vita religiosa islamica. Ecco perché sono empirici gli hadith (chiamati in italiano Sunna o Tradizione). Seguire la Sunna significa avere un attaccamento alle tradizioni cultuali degli antenati. I musulmani si comportano conformemente alle azioni, alle gesta e alle parole di Maometto; si considera Sunna tutto ciò che poteva essere indicato come pratica del loro profeta. Gli hadith, quindi, soddisfano le esigenze morali di ogni musulmano e completano la predicazione coranica svolgendo il compito di articolare la vita religiosa, che ha dovrà emulare quella del profeta dell’Islam.

Gli hadith sono tradizioni che riportano gli atti e le parole di Maometto e riguardano: i precetti, come regolare la propria vita e le scelte islamiche riguardanti il modo di pregare e quante volte farlo, come digiunare, le norme sul divorzio, le norme riguardanti i riti religiosi e quelle riguardanti la guerra santa; quali opere di pietà compiere e come farle, dettagli per le prostrazioni, come vivere una vita pura, le norme del pellegrinaggio, quelle sui cibi halal (ovvero alimenti leciti per il consumo del fedele) e perfino le norme, tanto intime, riguardanti l’igiene personale, fino ad arrivare al come varcare la porta in un gabinetto e quali formule “scaccia-spiriti” recitare prima di entrarci.
Gli hadith, in quanto supplementari al Corano, sono parte dell’insegnamento orale del Profeta dell’Islam e dei suoi primi seguaci. Oltre ai discorsi del Profeta (hadith), esistono anche dei commentari su alcuni passaggi oscuri del Corano ed una raccolta di consigli relativi al culto, oltre ad esempi di morale quotidiana.

Ci viene detto, per tranquillizzare l’opinione mondiale intorno alla credibilità degli hadith, che ogni porzione collezionata veniva provata come concorde al Corano, compresa la veridicità delle testimonianze, le quali venivano testate accuratamente. La collezione di hadith autentici secondo Bukhari (+ 870 d.C.) è ampiamente riconosciuta nel mondo islamico come la fonte più autorevole e autentica della Sunna, anche se va precisato che non è l’unica. I nostri amici musulmani non hanno dubbi sulle raccolte così tarde, quindi troviamo inconsistenti le loro perplessità sulla Sacra Bibbia, dal contenuto assolutamente inerrante!
Secondo le scuole di pensiero islamiche, ci sono altri antichi autori che, come Bukhari, hanno portato a termine intere collezioni di hadith.
Molti musulmani ritengono che Hadith Bukhari e Hadith Muslim abbiano saputo distinguere solo gli hadith “incontestabili”. Gli altri quattro compilatori furono meno rigorosi e le loro raccolte contengono hadith definiti “autentici” e altri, in alcuni casi, “dubbi”. Comunque sia, gli hadith furono elaborati dopo 200- 250 anni dopo la morte di Maometto, vissuto fino al 632.

Ci sono almeno sei collezioni di hadith e in ordine d’importanza, i prime due nella lista sono il Hadith Bukhari e il Hadith Muslim, come citato prima. Le altre collezioni più citate e autorevoli nel mondo islamico comprendono:

• Sahih Al-Bukhari, +870 d.C. (Bukhari visse circa 150 anni dopo i fatti storici accaduti e lavorò strenuamente per portare a termine questa ‘enciclica’ islamica. Ci viene detto che Bukhari ritenne ‘credibili’ appena 7.500 hadith fra 600.000 raccolti (quindi falsi).

• Sahih Muslim +875 d.C.

• Sahih Abu Da’ud +888 d.C.

• Sahih Al-Tirmidhi +892 d.C.

• Sahih Al Nas’I +915 d.C.

• Sahih Ibn Majah +896 d.C.

In questo studio le citazioni del Corano sono state a volte completate con gli hadith per ricostruire lo scenario del tempo e della vita di Maometto per il lettore.
Nel compilare questo testo, si è tenuto principalmente conto della raccolta degli Hadith Bukhari. A questi sono stati aggiunti anche altri hadith ritenuti ‘credibili’.

Fonti fin troppo tardive
E’ rigoroso precisare che la ricostruzione storica islamica, avvenuta quasi 200-250 anni dopo la morte di Maometto, da parte dei commentatori e degli esegeti islamici è imprecisa e non può garantire la realtà su come siano andate effettivamente i fatti nella allora nascente prima comunità islamica, così come nella vita di Maometto. L’idea di poter ricostruire la vita di una persona chiamata Maometto dal Corano è un’utopia, poiché gli hadith sono stati raccolti dai 200 ai 250 anni dopo la sua morte, non sono ritenuti infallibili tanto che dagli stessi esegeti islamici fino ad oggi vengono considerati contraddittori fra loro. I musulmani più esperti e conservatori, nel tentativo di ricostruire l’intero quadro della vita di Maometto, considerano il Corano solo ‘un pezzo del puzzle’ anche se in alcuni versetti esso può dare un vago chiarimento biografico; tuttavia, anche se il Corano viene accostato alla Sura o a qualsiasi altra risorsa tramandata dai loro padri, nessuna di esse può essere considerata attendibile al cento per cento, nemmeno dai musulmani.

Le risorse a disposizione dei musulmani sono progressive nel tempo: il Corano, la Sura e in ultimo gli hadith (circa 200-250 anni dopo la morte di Maometto).
Quanto citato sopra è il punto di vista di molti esperti islamologi come Goldziher, Lammens, Casanova, e diversi altri ancora.
Il corpo di hadith è interdipendente col Corano, tanto che presumere di interpretare certi passaggi del Corano senza ricorrere agli hadith è, secondo la teologia islamica, un gravissimo errore di esegesi.
Dunque, lo studio del presente soggetto: “Considerazioni sulla Donna nel Corano” sarà accompagnato da citazioni sia coraniche sia degli hadith.

Le raccolte degli hadith sono migliaia su migliaia, per questa ragione, come già detto, la teologia islamica più classica riconosce l’autorevolezza solo di alcuni hadith (menzionati qui nel documento) quindi recano i nomi dei rispettivi antichi compilatori. Però non soltanto i primi testimoni oculari riferiranno negli hadith, anche quelli più tardi, che non lo conobbero, ma si affidavano soltanto alle testimonianze udite da altri musulmani, a loro volta udite da altri musulmani fino a giungere a secoli addietro agli effettivi testimoni oculari. Questa catena di trasmissione viene detta isnad.
Qui, non entriamo nelle carenze interne agli hadith (si dovrebbe infatti dedicare una ricerca a parte), secondo cui le opinioni di musulmani entrano in contrastano quando distinguono fra hadith canonici e hadith frutto di vere e proprie fabbricazioni. Nel campo degli hadith, la teologia islamica ha pontificato tre qualità di trasmissione:

1. Hadith debole;

2. Hadith inventato;

3. Hadith autentico.

In ultima analisi, quindi, l’interpretazione scientifica del Corano e degli hadith (Ijma’ e Qiyas) è competenza dei giuristi islamici che creeranno come risultato il rigido percorso della Via Perfetta, o conosciuta anche come “Legge islamica” (Shari’a).

Fatte queste pur previ premesse, ci avviamo ora ai contenuti del Corano e degli hadith al riguardo della posizione islamica della Donna.
Nel corso del breve studio, si utilizzeranno fonti di hadith con fonti di trasmissione (isnad) riconosciute più autorevoli dai giuristi (fiqh) musulmani sunniti.

Veramente vi è Uguaglianza fra Uomo e Donna?
Ci viene detto che un versetto del Corano, insegna senza dubbio, la parità fra i sessi. Corrisponderebbe alla Sura 4:1, la quale recita:
“Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi.”
Con la Sura 17:50, i musulmani riconfermano che Allah dichiara parità fra i sessi, la quale recita:
“Abbiamo onorato i figli di Adamo…”
Ci viene spiegato che questa dichiarazione (“i figli di Adamo”) in realtà include anche le donne, quindi viene portato loro lo stesso onore e preclude qualsiasi discriminazione.

Nel Corano, nella Sura 4:34, viene invece attestato che Allah ha posto in preferenza l’uomo superiore alla donna. Numerose sono le donne islamiche (femministe) ad esempio, Wadud-Muhsin, che lamentano la lettura misogina secondo la quale alle donne sono state attribuite cose che non rispettano loro, quali ad esempio, debolezza, inferiorità, attribuire limiti all’esercizio di influenza in vari modi nella società, portatrici del male, del peccato, nocive per gli uomini, intellettualmente incapaci, religiosamente scarse e altri preconcetti che limitano la versatilità della donna nella società islamica. Di fatto, queste pregiudiziali misogine degradano, umiliano e assegnano una posizione inferiore della donna nella società (Wahud-Muhsin).

Nel Corano si possono riscontrare altri passaggi secondi i quali i musulmani più scaltri potrebbero indicare dove viene attribuita parità di diritti e di posizione sociale alle donne.
“In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l’elemosina e quelle che fanno l’elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa.” (Sura 33:35)
Tuttavia, ciò che le femministe islamiche denunciano, come dato di fatto, è lo scollamento dalla teoria alla pratica, oppure quando numerose volte, il Corano viene interpretato e poi applicato secondo la lettura misogina.
Insomma, il Corano sarebbe interpretato da fuorviate letture come una rivelazione esclusivamente ‘maschilista’, suggellata da Allah!
Molte donne musulmane, pur offese e indignate dalla lettura misogina del Corano, nella loro passione di testimoniare alle donne occidentali, negando, diranno che l’islam non è una religione maschilista, è invece il Corano che viene interpretato con questa lettura travisata. A parte l’impianto teologico del Corano, come può fidarsi una donna occidentale di tali affermazioni?

Vari Hadith:
Gli hadith sono citati dai massimi teologi e giudici islamici (qadi) nella teologia islamica. Alcuni altri hadith che seguiranno, affermano quel che Maometto disse a proposito di chi meriterebbe l’inferno e chi meriterebbe il paradiso; ad esempio, afferma che l’Inferno è popolato per la maggioranza proprio dalle donne.

Sahih Muslim Hadith 142, narrato da Abdullah bin Umar: “Il Messaggero di Allah osservò: “O, donne, dovreste dare la carità e chiedere tanto perdono, giacché vi ho visto ammassate fra gli abitanti dell’Inferno.” Fra le altre, una donna saggia disse: “Perché, Messaggero di Allah, saremmo ammassate nell’Inferno?” Il Santo Profeta in merito a questa domanda, osservò: “Bestemmiate troppo e siete ingrate ai vostri sposi. Non ho visto alcuno venire meno al senso logico e non rispettare la religione e, (allo stesso tempo), rubare la saggezza del saggio, eccetto voi.” La donna puntualizzò: “Cosa c’è di sbagliato nel nostro senso logico e nella nostra religione?” Egli (il Santo Profeta) rispose: “La vostra mancanza di senso logico è confermata dall’evidenza che due donne equivalgano ad un uomo, dal fatto che trascorriate delle notti (e dei giorni) in cui non offrite le vostre preghiere e che nel mese di Ramadan (durante il giorno) non osservate il digiuno, il ché vuol dire non rispettare la religione.”

La domanda cruciale: una donna musulmana come, dunque, sarà salvata?
Sulla terra, la donna musulmana per ottenere il paradiso, come vedremo, le è prescritto la massima obbedienza al marito e tutta la disponibilità in camera da letto. Lei non gli si può rifiutare tutte le volte che il marito vuole intimità, anche se indisposta. Se la donna decidesse di arrecargli qualche noia o gli rifiuta assoluta sottomissione sessuale, allora come dicono gli hadith e il Corano, non rispetta il marito e quindi le spettano le fiamme dell’Inferno.
Hadith Sahih 8:456: “Ho guardato il Paradiso, e ho visto che la maggior parte dei suoi abitanti erano la povera gente, mentre ho guardato l’Inferno e ho visto che la maggior parte dei suoi abitanti erano donne”.

Sahih Al-Bukhar Hadith 1:301, narrato da Abu Said Al Khudri: “Una volta, l’Apostolo di Allah andò a Musalla per offrire la preghiera o’Id-al-Adha o la preghiera Al-Fitr. Poi sulla via incontrò le donne e disse: “O, donne! Date l’elemosina, perché ho visto che la maggior parte degli abitanti dell’Inferno di Fuoco eravate voi (donne).” Loro quindi chiesero: “Perché, o Apostolo di Allah?” Lui rispose: “Voi bestemmiate frequentemente e siete ingrate ai vostri mariti. Non ho visto nessuno più scarsamente dotato di intelligenza e di religione di voi. Un uomo cauto e sensibile potrebbe essere sviato da qualcuna di voi.” Le donne chiesero: “O, Apostolo di Allah! Di cosa manchiamo nella nostra intelligenza e religione?” Egli disse: “Non è forse vero che la testimonianza di due donne equivalga a quella di un sol uomo?” Loro risposero confermando. Egli disse: “Ecco il difetto nella sua intelligenza: non è vero che una donna non può neanche pregare né digiunare durante il suo periodo mestruale?” Le donne risposero confermando. Egli disse: “Questo è il difetto nella sua religione.”

Sembra che Maometto, nel rivolgersi a quelle donne, affermasse, o meglio dire, appioppasse su loro criteri misogini che secondo lui sono elementi sufficienti perché rientrino fra la maggioranza degli abitanti dell’Inferno. La donna presentata come nociva per gli uomini (accusate di sviarli), è particolare, perché esenterebbe gli uomini anche della loro parte di responsabilità e dal peccato.
Nel prossimo hadith, Maometto, proclamando nuovamente lo stato di inferiorità della donna, propone che le mogli debbano prostrarsi davanti ai mariti:
Sunan di Abu Dawood Hadith 876, narrato da Qays bin Sa’d : “Sono andato ad al-Hirah ed ho visto le persone prostrarsi davanti al proprio satrapo, così dissi: “L’Apostolo di Allah (che la pace sia con lui) ha più diritto di ricevere prostrazioni dinanzi a lui.” Quando venni al Profeta (che la pace sia con lui), dissi: “Sono andato ad al-Hirah e li ho visti prostrare innanzi al proprio satrapo, ma tu hai più diritto, Apostolo di Allah, ad avere persone prostrate innanzi a te.” Lui disse: “Dimmi, se ti trovassi a passare vicino la mia tomba, ti prostreresti?” Io dissi: “No.” E dopo disse: “E non farlo. Se mai dovessi comandare qualcuno di prostrarsi, comanderei le donne a prostrarsi innanzi ai loro mariti, a motivo del diritto speciale datogli da Allah”.

Il Corano considera la moglie come un ‘oggetto di proprietà’:
“Le vostre donne sono come un campo per voi, venite dunque al vostro campo a vostro piacere”. (Sura 2:223)
La non totale obbedienza ai capricci sessuali del marito, potrebbe vanificare tutta l’obbedienza e lealtà dimostratagli fino allora? Si! Il Corano prescrive per le mogli ribelli:
“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”(Corano 4:34)

La Donna, secondo gli Hadith
Rivolgiamo ancora la nostra attenzione alle dichiarazioni che Maometto rivolgeva alle donne.
Sahih Al-Bukhari Hadith 3:826, narrato da Abu Said Al Khudri: “Il Profeta disse: “Non è vero che la testimonianza di una donna equivalga alla metà di quella di un uomo?” La donna rispose: “Sì.” Lui disse: “Il perché sta nella scarsezza di cervello della donna.”

Sahih Al-Bukhari Hadith 7:30, narrato da Abdullah bin Umar: “L’Apostolo di Allah disse: “Il cattivo auspicio sta nella donna, nella casa e nel cavallo.”

Sahih Al-Bukhari HadithHadith 7:33, narrato da Usama bin Zaid: “Il Profeta disse: “Dietro di me non ho lasciato nessuna afflizione più dannosa all’uomo che le donne.”

Sahih Al-Bukhari Hadith 7:72, narrato da Sahl: “Una donna venne al Profeta e gli si offrì come sua sposa. Maometto le disse: “In questi giorni non ho la necessità di una donna”. Poi venne un uomo e disse: “O, Apostolo di Allah! Dalla in sposa a me!” Il Profeta gli chiese: “Cosa possiedi?” Lui rispose: “Non ho niente.” Il Profeta allora gli disse: “Dalle qualcosa, anche un anello di ferro.” Lui ripeté: “Non ho niente.” Il Profeta: “Quanto conosci del Corano a memoria?” Lui rispose: “Tanto, così tanto.” Il Profeta disse: “Te la do in sposa per quello che conosci del Corano.”

Sahih Al-Bukhari Hadith 9:321, narrato da Aisha (la moglie bambina di Maometto): “Il Profeta di solito accettava dalle donne il Voto di Fedeltà a parole solo dopo aver recitato il seguente Verso Sacro: (60:12): “…che esse non uniscano alcuna cosa in adorazione con Allah.” E la mano dell’Apostolo di Allah non toccò la mano di nessuna donna eccetto la mano di quella donna che la sua mano destra teneva (cioè sue prigioniere o schiave).”

Al-Tirmidhi Hadith 171, narrato da Abdullah bin Umar: “Il Messaggero di Allah (che la pace sia con lui) disse: “Le donne in periodo mestruale e le ‘junub’ non dovrebbero recitare nulla dal Corano.” Riportato da Tirmidhi.

Al-Tirmidhi Hadith 276, narrato da Amr ibn al-Ahwas al-Jushami: “Amr ascoltò il profeta, la pace sia su di lui, durante il suo discorso d’addio la sera prima del suo ultimo pellegrinaggio. Dopo aver glorificato e lodato Allah egli mise in guardia i suoi seguaci: “Ascoltate! Trattate le donne con gentilezza; sono come prigioniere nelle vostre mani. Oltre a questo non dovete nulla da loro. Se si rendano colpevoli di una grossa scostumatezza potete rimuoverle dai vostri letti e picchiarle, ma non castigatele con punizioni severe. Se poi vi ubbidiscono, non ricorrete a nessun altro procedimento contro di loro. Ascoltate! Voi avete i vostri diritti sulle vostre mogli ed esse hanno il loro diritti su voi. Il vostro diritto è che non devono permettere a nessuno di calpestare il vostro letto e di non permettere a chi vi dispiace di entrare in casa. Il loro diritto è che dovete trattarle bene riguardo al cibo e all’abbigliamento.” Tramandate da Tirmidhi.

Al-Tirmidhi Hadith 1084, narrato da Anas bin Malik: “Dopo le donne, niente fu più caro al Messaggero di Allah (che la pace sia con lui) che i cavalli”. Ciò fu riportato da Nasa’i.

Al-Tirmidhi Hadith 5145, narrato da Abu Sa’id al-Khudri: “Il messaggero di Allah (la pace sia su di lui) durante il suo sermone disse: “Il mondo è dolce e verdeggiante, e Allah vi ha messo lì dentro come successori; perciò considerate come agite. State in guardia contro il mondo, e state in guardia contro le donne”. Tramandato da Tirmidhi.

Sahih Muslim Hadith 1273, narrato da Usamah ibn Zayd ibn Harith e Sa’id ibn Zayd ibn Amr ibn Nawfal: “Il Messaggero di Allah, la pace sia su di lui, disse: “Non ho lasciato dietro di me nessun subbuglio per la gente, se non il danno fatto all’uomo dalle donne”.

Sunan di Abu-Dawood Hadith 1898, narrato da Aisha, Ummul Mu’minin– Ibn Abu Mulayka racconta che, quando qualcuno stava avvertendo Aisha che una donna aveva sandali ai piedi, lei rispose: “L’apostolo di Allah, la pace sia su di lui, ha maledetto le donne che si comportano da maschi”.

Dal Corano, in merito al divorzio
Secondo il Corano, il hadith e il Fiqh (giurisprudenza islamica), il divorzio è prerogativa esclusiva del marito; mentre la donna lo subisce! Il divorzio richiesto da parte dell’uomo può essere risolto in un attimo e in qualsiasi momento gli garba. Solo il marito può invocare il divorzio; salvo in rarissimi casi la donna può impugnarlo, senza subire punizioni o altre conseguenze tribali (es. impotenza o cambio di religione da parte del marito, quindi per reato di apostasia (murtad).

Ancora sul divorzio…
“Se volete cambiare una sposa con un’altra…” (Sura 4:20)
Con questo versetto, il marito può ripudiare sua moglie e sposare un’altra donna, per qualsiasi motivo o capriccio. Non sono previste formalità giuridiche particolari. La Legge Islamica afferma che il marito, quando in presenza di testimoni oculari, rivolgendosi alla moglie afferma tre volte di seguito “Io divorzio da te”, (talaq, talaq, talaq) da quel momento il legame matrimoniale è dissolto. Però, se entro tre mesi dal dichiarato divorzio, il marito vorrebbe riprendersi la moglie ripudiata, l’ex-moglie, recupera tutti gli effetti legali dello status di moglie. Dopo tre mesi dal pronunciamento di talaq, il matrimonio si intende dissolto per sempre; eventuali figli/e saranno proprietà del marito. A tal punto, se la ‘ripudiata’ si risposasse un altro uomo, e volesse rivedere e riabbracciare i suoi figli, il percorso per la donna diventerà difficilissimo. Potrà rivederli ma a costo di molte difficoltà. Risposandosi ha infierito un duro colpo all’ex-marito, che si vendica.
Se invece capitasse che un marito, per varie ragioni, trascorsi i tre mesi, volesse riunirsi con la sua ex-moglie non sarà possibile se prima non si risposa; solo allora ha la possibilità giuridica di risposare suo marito ma soltanto se il secondo marito la ripudia a sua volta:
“Se divorzia da lei non sarà più lecita per lui, finché non abbia sposato un altro. E se questi divorzia da lei, allora non ci sarà peccato per nessuno dei due se si riprendono, purché pensino di poter osservare i limiti di Allah. Ecco i limiti di Allah, che Egli manifesta alle genti che comprendono (Sura 2:230).
Una moglie non può chiedere il divorzio nemmeno motivando la crudeltà o le percosse del marito. La Legge Islamica, prevede proprio le percosse per quelle mogli disubbidienti.

“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”(Sura 4:34)

Questo versetto coranico rende da sé futile a una moglie richiedere il divorzio anche nei casi di percosse da parte del marito.

Donne cristiane, attenzione!
La Bibbia insegna l’esatto contrario. L’Eterno Iddio dice: “Se un uomo ripudia la sua moglie e questa se ne va da lui e si marita a un altro, quell’uomo torna egli forse ancora da lei? Il paese stesso non ne sarebbe egli tutto profanato? E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, ritorneresti a me? dice l’Eterno.” (Geremia 3:1)
“Ma io vi dico: Chiunque manda via la moglie, salvo che per ragione di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa colei ch’è mandata via, commette adulterio.” (Matteo 5:32)

Sulla custodia dei figli
I figli diventano “proprietà” del marito, il quale può autonomamente esercitare la patria potestà senza opposizione vera e propria. I figli sono considerati proprietà dei mariti. Per la Legge Islamica, non è sufficiente essere moglie di religione musulmana per il diritto della custodia dei figli.
La moglie quando ripudiata, può avere il diritto di occuparsi dei figli maschi fino al settimo anno di età, sotto la massima sorveglianza del marito. Mentre, per le figlie femmine, l’età si alza fino a nove anni (età della pubertà). Però se la moglie cambiasse religione, oltre al ripudio immediato, non potrà più rivedere i figli.

Conclusioni
Per ora, sono state presentate concisamente, anche fin troppo sinteticamente, solo alcune degli aspetti della donna nell’Islam, tralasciando per motivi di spazio, sull’interpretazione della legge dell’eredità per le donne (Corano 4:11), la validità giuridica della donna in tribunale (Corano 2:282, confermata dal hadith) che recita:
Sahih Al-Bukhari Hadith 3:826, narrato da Abu Said AlKhudri: “Il Profeta disse: “Non è dunque vero che la testimonianza di una donna equivalga alla metà di quella di un uomo?” La donna rispose: “Sì”. Lui disse: “Il perché sta nella scarsezza di cervello della donna”.
Mentre, sull’uso del velo, il versetto del velo in questione (Corano 24:31) non dice di coprire il capo delle donne, come ripetutamente interpretano, poiché impone soltanto la copertura dei seni:
“E dì alle credenti che… si coprano i seni d’un velo e non mostrino le loro parti più belle.” (Sura 24:31)

La poligamia in Corano 4:3, nella traduzione italiana presenta la parola “sposate”, nella versione in arabo la parola “sposare” non è mai riportata, infatti dove leggete “sposare” in arabo equivale ad “avere rapporti sessuali”, “fare sesso”.
Quando la poligamia è praticata, indurrà al malaffare fra le mogli in acide competizioni per il marito. Inoltre, va aggiunto brevemente, la poligamia è esercitata in Occidente seppure quei mariti musulmani che l’adottano, ricorrono a piani macchiavellici pur di aggirare le nostre leggi introducendo altre mogli occulte, così beffandosi di quelle mogli occidentali le quali nulla sospettano.
Certi musulmani rivolgono alle donne occidentali l’appello ad abbracciare l’Islam. A sostegno del loro punto di vista, affermano che la società “cristiana” deturpa e offende la dignità delle donne. Per sostenere quanto dicono, i musulmani fanno riferimento al dato di fatto che la donna è sfruttata nella pornografia e per gli slogan pubblicitari, sempre nuda o mezza nuda. Però perché si tacciono su prostitute di rango occidentali ‘esportate’ tutti i week end, dall’Europa nei paesi arabi, per “Burlesque” ecc. con i ricchi regnanti? Questa è ipocrisia!

Si possono solo citare alcune informazioni basilari. La legge islamica non considera solo la donna inferiore all’uomo; quest’ultima è sempre soggetta a un responsabile di sesso maschile, sia esso il padre, il fratello (anche più piccolo di lei) o il marito. Un uomo musulmano squilibrato può giungere fino a quattro mogli. Divorziare, cambiarle come le bambole e risposarsi a piacimento. Può sposare anche una donna non musulmana, a patto che appartenga al “popolo del Libro” (vale a dire cristiana o ebrea), cosa che invece non è possibile per la donna musulmana sposarsi con un uomo non musulmano. I figli nati da un matrimonio appartengono al marito e devono essere allevati nella fede musulmana (ecco perché una donna musulmana non può sposare un non-musulmano).
Questo è uno dei tanti elementi fondamentali che, chi si appresta a sposare un musulmano, farebbe bene a tenere a mente.
Ecco alcuni suggerimenti pratici che possono essere utili per aiutare la donna a far chiarezza. Prima di tutto, dovrebbe chiedere al pretendente se ha già una moglie occulta al suo paese o da qualche altra parte. Infatti a volte la moglie musulmana viene lasciata al paese per varie ragioni. Una donna occidentale non deve sposarsi un musulmano. Che ne sarà dei figli? Devono essere allevati nella fede musulmana? Sarà libera di portarseli in chiesa? Potranno decidere per conto loro da adulti?

“Io lo amo!” Prima di dire “sì”…
Sorella cristiana, forse ti trovi innamorata di un musulmano e stai valutando di sposarlo… Prima di impegnarti a sposare un bravissimo e bel ragazzo musulmano, non sarebbe una buona idea esaminarti davanti al Signore? Mentre tu potresti essere ispirata dall’amore, qualcuno, potrebbe solo voler ottenere un permesso di soggiorno, mentre chissà, magari ha già una moglie al suo Paese per richiamarla dopo averti sposata o divorziato da te.
Ripetutamente in vari quotidiani o nei TG si apprendono di cose spiacevoli a questo riguardo: in caso di disputa tra voi due, tutto ciò che gli sarà necessario fare per avere la meglio su di te, sarà imbarcare i tuoi figli sul primo aereo e affidarli in custodia ai suoi parenti nel suo paese natio, dove cresceranno musulmani. Oppure, potresti convincerti che il problema non sussiste in quanto il tuo futuro marito non è un musulmano praticante. Ovviamente astenersi dallo sposare un non credente in Cristo, riguarda chiunque – non solo musulmani – di qualsiasi religione siano.
Abbiamo testimonianze di donne italiane evangeliche, che hanno disubbidito al comando di Dio sposando infedeli. Si sono pentite, ma la conseguenza è che spesso, dopo aver partorito troppi figli, o i mariti le tengono impegnate, esauste sono loro stesse a decidere di non andare più in una chiesa né frequentare credenti… Inoltre, si prestano a dare alla luce bambini che non potranno scegliere la fede in Cristo, ma la religione del padre come la legge islamica comanda. Ecco un altro tipo invasione islamica!
La Bibbia ci avvisa solennemente sui rischi che si ricavano dai matrimoni con gli infedeli.
Il credente in Cristo, secondo le Scritture (Bibbia), è chiunque ha riposto la propria fede nell’unico e vero Dio, Gesù Cristo, Unico Nome e Unico Dio.
“Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?” (2 Corinzi 6:14)
Nel caso di un eventuale divorzio, una donna credente dovrebbe sapere che il paese del marito, trattandosi di un paese islamico, non riconoscerà le sue rivendicazioni sui figli, nemmeno se lei diventi musulmana. Spesso nemmeno certe istituzioni di casa nostra, tanto paladine dei diritti della donna, quando si tratta di mariti islamici, non si vorranno accostare a favore della povera madre depauperata dei figli, per timore di rappresaglie o di passare per ‘razzisti’, o, come sta accadendo e accadrà sempre più spesso, per motivi politici.

Cristo, unico vero Gentiluomo
Se vogliamo scoprire come sono ritenute importanti e valorizzate le donne, dobbiamo volgere la nostra attenzione alla Bibbia. Ad esempio, nei Vangeli, Gesù il Messia e Figlio di Dio ha lasciato un rimarcato esempio a noi uomini di tutto il mondo, come dev’essere rispettata la donna.
Non citerò qui i molti esempi nei bellissimi brani dei Vangeli dove Gesù e le varie epistole valorizzano la dignità della donna, regole per i mariti, ecc. Però vorrei almeno richiamare alla riflessione che, Gesù, dopo la Sua morte sulla croce, apparve da risorto prima alle donne, non ai suoi undici discepoli. Le donne furono quelle che riportarono ai discepoli la buona notizia della Sua risurrezione. Per quanto possa sembrare normale questa scelta di Gesù ai nostri tempi, dove la donna ormai ha ottenuto la parità sempre maggiore rispetto all’uomo, per quel tempo la scelta di Gesù di apparire alle donne, e per lo più ad una donna ritenuta di “bassa lega” (Maddalena), è stato un notevole esempio e monito rivolto sia ai Suoi contemporanei sia per uomini non credenti, soprattutto per noi mariti cristiani, nell’obbligo di valorizzare estremamente le donne. Le donne al seguito di Gesù più un discepolo, non gli altri dieci discepoli, assistettero coraggiosamente mentre si consumava sulla Croce il sacrificio di Cristo.

(Diritti riservati)

Francesco Maggio (Autore e  saggista)

Bibliografia islamica:
Hadith Al-Bukhari

Hadith Abu Dawood

Hadith Al-Thirmidy

Hadith Sahih Muslim

Il Corano (Edizione UCOII)

Estratti:
Luce sull’islam (2008- CLC)

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