L’evangelizzazione dei musulmani: un percorso lento e delicato

L’evangelizzazione dei musulmani: un percorso lento e delicato


Alcuni suggerimenti per rispondere a 7 obiezioni teologiche.

Premesse dell’articolo: Si sente rilevare sempre più spesso l’idea che musulmani e cristiani condividano lo stesso Dio. E purtroppo, sta dilagando questa idea secondo cui Allah sarebbe lo stesso Dio della Bibbia. Anche il Corano nega che Allah non è il padre del Signore Gesù Cristo.       Per le suddette confusioni si è pensato bene di utilizzare l’appellativo di l’ “Eterno Iddio”, alternativamente con Iddio, per rendere una netta distinzione semantica dal dio dell’islam (eventuale approfondimento all’articolo https://islamecom.org/un-solo-nome-una-sola-fede/)

L’entusiasmo porta lontano! Se noi siamo entusiasti dell’Eterno Iddio, lo saranno anche i nostri ascoltatori.
 Il modello d’insegnamento da seguire dipenderà molto dal metodo formativo della cultura di una società.

Ad alcuni amici musulmani a cui ho insegnato, era composto da gente abbastanza colta, abituata allo stile occidentale d’insegnamento. 
Potevo chiedere loro di esaminare da soli la Scrittura per rispondere alle domande che facevo. Questo documento è basato in gran parte sulla mia esperienza con quel gruppo. Gli altri invece volevano ricevere le risposte già pronte dall’insegnante, come si usa nelle Scuole Coraniche (N.d.R. Madrasse). Per svolgere l’intera serie di lezioni ci potrebbero volere un o due anni. Sarà tempo ben speso mentre lo Spirito Santo prenderà dalla Parola per istruirli sulla natura dell’Eterno Iddio e la relazione personale con Lui. Come la verità li ha convinti dell’errore delle loro false dottrine.

1. “L’Eterno Iddio è troppo grande per essere avvicinato e conosciuto dall’uomo, eccetto i profeti”.
 Studiando la vita di Abramo, Isacco, Giacobbe e Mosè, ecc. essi hanno scoperto che questi profeti erano in realtà umani, fatti di carne ed ossa come loro. Questo li ha incoraggiati a credere che l’Eterno Iddio vuole avere una relazione anche con loro!

2. “L’ Eterno Iddio è troppo grande per essere vincolato dalla Sua stessa Parola.” Hanno visto in molte occasioni come Iddio abbia eseguito esattamente ciò che aveva detto, sia che si trattasse di benedizione o punizione. Hanno visto che Dio è coerente.

3. “La santità non è un attributo morale dell’ Eterno Iddio, pertanto il peccato non ha conseguenze tanto gravi”. Iniziando da Genesi 2, essi hanno udito gli avvertimenti dell’ Eterno Iddio sulle conseguenze della disobbedienza: la separazione da Lui e la morte. Hanno potuto vederne gli effetti nella Caduta, nelle vite di Caino, Noè ed il Faraone, nella prescrizione della Legge , nella ribellione degli Israeliti, ecc. così come negli insegnamenti di Gesù sulla vita dopo la morte. Alcuni sono stati convinti di peccato molto prima di arrivare all’introduzione allo studio del Vangelo.

4.“Il peccato si può in parte espiare attraverso le opere”. “Il salario del peccato è la morte”. L’Eterno Iddio decreta questa verità in Genesi. 
E di nuovo l’Eterno Iddio evidenzia questa verità nella storia della Caduta, e soprattutto nelle vicende di Caino ed Abele. Esiste solo una via per raggiungere l’ Eterno Iddio, ed è attraverso il sangue di un sacrificio espiatorio. Questo soggetto ricorre nei racconti dei sacrifici fatti da Noè ed Abrahamo, e ancora in Genesi 22 dove Iddio provvede una montone da sacrificare al posto di Isacco, il figlio di Abrahamo. Di nuovo questa verità emerge nel racconto dell’istituzione della Pasqua e in tutti i sacrifici offerti nel tabernacolo. Si può inoltre sottolineare la necessità di fede nelle storie di Abele, Noè ed in special modo Abrahamo. Un uomo del mio gruppo riuscì ad afferrare qualcosa sul significato della giustificazione per fede mentre eravamo ancora a Genesi 15 (credo sia un’eccezione!): la stessa enfasi sulla fede si trova in altre storie del Vecchio Testamento e nei Vangeli. Una volta che questi musulmani si erano convertiti, abbiamo riletto l’AnticoTestamento, riesaminando l’importanza vitale della questione della fede. Forse il fattore più convincente è l’ultima frase pronunciata da Gesù morente sulla croce: “Tutto è compiuto”! Non c’è rimasto nient’altro da fare. Gesù ha compiuto ogni cosa. Lui ha soddisfatto la giusta richiesta del Padre: la morte come espiazione per i peccati. Noi non possiamo aggiungervi null’altro.

5. “Gesù non è morto sulla croce; l’ Eterno Iddio lo aveva rimosso prima, sostituendolo con qualcun altro, probabilmente con Giuda Iscariota”. Abbiamo esaminato attentamente le predizioni di Gesù sulla Sua stessa crocifissione. Dopo il tradimento, abbiamo seguito Giuda fino al suo suicidio, per “rimuoverlo dalla scena”. Abbiamo analizzato con cura l’identità di Gesù mente era sulla croce. Non erano presenti forse sua madre ed il suo migliore amico? Di sicuro non si sarebbero fatti ingannare se qualcuno avesse tolto Gesù dalla croce per metterci un’altra persona. Ma oltre a questo, abbiamo il messaggio della via di Emmaus. “Non doveva il Cristo morire?” Abbiamo prima esaminato la dichiarazione di Giovanni Battista : “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”! Ma che cosa significa? Come si può descrivere un uomo come un agnello? Abbiamo visto ancora che il salario del peccato è la morte; l’ Eterno Iddio ha provveduto un sostituto già ai tempi dell’Eden, rivestendo Adamo ed Eva con delle pelli. Similmente, Eterno Iddio accettò un agnello al posto di Abele. In entrambi i casi l’agnello rappresentava Gesù. Questa verità è divenuta più chiara nel racconto del sacrificio del montone al posto di Isacco. “Iddio stesso provvederà l’agnello” dichiarò Abrahamo E così fece. Qui si può fare appello alla logica: chi di voi accetterebbe un montone al posto di una persona? Nessuno! Puoi comprare un montone al mercato, ma non puoi comprare una persona. Perché l’Eterno Iddio avrebbe dovuto accettare un montone invece della persona? Perché il montone doveva rappresentare Gesù, l’agnello di Dio, che sarebbe morto sulla croce molti anni dopo. Così come Gesù prese il posto di Isacco quel giorno, allo stesso modo Lui ha preso il nostro posto. Questa illustrazione di Gesù come agnello di Dio continua con la storia della Pasqua e con il sacrificio degli agnelli nel tabernacolo. Nessuno di quei sacrifici avrebbe potuto pagare per il peccato. Tutti rappresentavano Gesù, perciò Gesù doveva morire. Dopo aver completato quest’analisi, siamo andati in Isaia 53 e Ebrei 10:1-18 per confermare questa verità nei loro cuori. Uno degli uomini mi disse: “Ero sempre stato convinto che Gesù non fosse morto in realtà, ma adesso capisco perché Lui doveva morire: per adempiere tutte le profezie e gli esempi figurativi del Vecchio Testamento. È così chiaro!”

6. “Gesù è un profeta, non il Figlio di Dio.” Quando abbiamo studiato la nascita di Gesù, gli uomini erano entusiasti nel vedere come l’Antico Testamento veniva adempiuto. Così come fece Charles Marsh nel suo libro “Share your faith with a muslim” (Condividi la tua fede con un musulmano (4), io ho rivolto loro la domanda: “ Conoscete altri per cui l’Eterno Iddio ha mandato degli angeli, una stella, ecc?” “Nessuno”, risposero. Ogni volta che Gesù faceva qualcosa di considerevole, io ponevo sempre la stessa domanda. Non si poteva paragonare Gesù a nessuno. (naturalmente non menzionai mai il nome di Maometto. Essi stessi tirarono le loro conclusioni). Mentre studiavamo i Vangeli, non mi fermai più di tanto sui riferimenti alla divinità di Gesù. Volevo vedere come avrebbero reagito alla voce dal cielo: “Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto”. “Di chi pensate che fosse questa voce?” chiesi. “La voce di Dio” rispose uno. Anche gli altri erano d’accordo su questo. “Interessante, vero?” commentai. “Naturalmente Giuseppe non era il suo vero padre. Suo padre doveva esse per forza il Padre, la prima persona della Trinità.” Il loro intendimento era chiaramente limitato, ma gradualmente si ampliava mentre scorrevamo i Vangeli (Non ci deve stupire il fatto che essi non afferrino al volo la natura di Gesù, visto che addirittura l’apostolo Pietro lo capì un poco per volta.)
L’ultima lezione della serie era “Chi è Gesù?” Abbiamo riesaminato i miracoli e gli insegnamenti del Signore, chiedendo a più riprese “Chi è costui?”. Ammisero prontamente che non c’era mai stato nessuno con una tale autorità. Tuttavia rimaneva sconcertati di fronte a dichiarazioni come quella di Giovanni Battista : “Colui che viene dopo di ne mi ha preceduto, perché era prima di me”, ed anche per quello che disse Gesù: “..prima che Abramo fosse nato, Io sono”. Poi abbiamo esaminato Giovanni capitolo 1 ed il suo parallelo in Genesi capitolo 1 mentre facevamo il confronto tra la Parola Incarnata e la Parola Creatrice, a poco a poco la loro mente si illuminava e finalmente compresero che Gesù era Colui che esisteva da sempre, e che si era incarnato in un uomo! C’era voluto un po’ di tempo per assimilare questa verità, ma alla fine Gesù venne a loro, non in vesti di poderoso profeta, bensì come oggetto del loro amore ed adorazione. Più tardi eravamo in grado di studiare le opere dello Spirito Santo e la Parola di Dio, nella creazione ed in tutta la Scrittura.

7.  “Maometto è l’ultimo ed il più grande (il Sigillo) di tutti i profeti”. Come detto sopra, mentre studiavano la vita di Cristo, arrivarono a comprendere che Gesù non ha eguali. Alla fine della serie, discutendo la questione “Chi è Gesù?”, essi scoprirono che Iddio lo aveva esaltato e gli aveva dato un nome più alto di ogni altro nome (Efesini 1:20-23)! Dopo aver discusso se ciò significasse che Cristo era più grande di certi altri, chiesi loro: “più grande anche di Maometto?” “Certamente” risposero. A questo punto siamo ritornati alla storia di Abramo, sottolineando la promessa dell’ Eterno Iddio Dio di benedire il mondo attraverso Isacco, e non attraverso Ismaele. Maometto, come si sente dire, era un discendente di Ismaele, Gesù era discendente da Isacco (come ci rivela la sua genealogia). Il contrasto era evidente. Udii commenti tipo “Gli arabi ci hanno proprio raggirati, non è vero?”

a. Il Corano si sostituisce alla Bibbia. All’inizio era facile sentirli far commenti sul Corano. Con il tempo si sono convinti in cuor loro che la Bibbia è la verità perché ha il potere di convincere. Alla fine, accettavano la versione biblica laddove due affermazioni entravano in conflitto.

b. La Bibbia è stata contraffatta. Non è stato difficile chiarire questo punto. Quando è venuto fuori l’argomento, è stato sufficiente far loro notare a quanto tempo addietro risalivano i manoscritti esistenti, che certamente o esistevano ben prima della nascita di Maometto. Non ci sarebbero stati motivi, quindi, per contraffare la Bibbia.

Francesco Maggio

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